C’e una tv come l’abbiamo conosciuta finora. Fatta di studi e riflettori, telecamere e regie, e di mille altri elementi. È una tv in cui salvo rare eccezioni i risultati sono direttamente proporzionali ai mezzi impiegati. Una scenografia non la si realizza con quattro soldi. Una buona illuminazione richiede settimane di lavoro preparatorio. La posizione e i movimenti di un conduttore in studio non si improvvisano. E cosi via. Questa tv non la si fa con quattro soldi. È costosa, e richiede competenze altamente specializzate. Non a caso una gran parte dei programmi che si vedono sulle emittenti di tutto il mondo è costruita sulla base di “format” progettati da case di produzione specializzate: vere e proprie multinazionali dell’intrattenimento tv. Ma i tempi cambiano, e – soprattutto per una televisione piccola come la nostra – sempre più si impone la necessità di programmi “snelli”, realizzati con pochi mezzi. Programmi in cui una buona idea è tutto ciò che serve (o quasi). Oggi, grazie alle videocamere tascabili e ai sistemi di montaggio su computer, questo è possibile. Un bell’esempio – seppur in formato “micro”: un minuto appena – è quello che va in onda in questi giorni, verso le 12.20, a “latele” (e non a caso: “latele” era nata proprio per sperimentare modalità “leggere” di fare tv). La serie si intitola “L’affresco racconta”, è curata da Daniel Bilenko ed è ispirata dal libro “Cento piccole meraviglie” (edizioni Buona stampa) del fotografo Ely Riva, che “per trent’anni ha girato la Svizzera Italiana visitando e fotografando praticamente ogni chiesa di paese e tutte le cappelle sperdute”. La Madonna che tira bombe ai turchi, il santo con scarpe alla moda nel medioevo, un papa insieme a un vescovo e un cardinale nel calderone dell’Inferno: “L’affresco racconta” propone uno sguardo diverso sull’arte sacra e sul passato, terre-à-terre, per nulla pedante, accessibile: molto umano, insomma.
Il santo con le scarpe alla moda
30 ottobre 2009
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11 novembre 2009 a 18:21
Ahia!, caro Nico, questo post fa un po’ male… Perché vai a toccare tasti tanto delicati? 🙂
(e poi, giacché nel post seguente ti occupi di convergenze e declinazioni multimediali, perché non inserisci un link alla serie di Bilenko, così me la guardo anch’io?)
12 novembre 2009 a 12:01
Temi delicati? E perché mai, amico mio? 🙂
Giusto, link inserito.